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Ricordando Rinaldo Arnaldi a 80 anni da Granezza

La commemorazione di Granezza è sempre emozionante e quest'anno ancora di più. A 80 anni dalla scomparsa di Rinaldo Arnaldi, la sua vita ci insegna l'importanza di lottare per ciò a cui teniamo, per le persone che amiamo e per quel valore che spesso diamo per scontato: la libertà.

La storia di questo giovane morto a soli 30 anni tocca corde che non hanno mai smesso di vibrare nei nostri cuori; genera suoni che ci giungono sempre rinnovati alle nostre orecchie; manda un messaggio eterno e connaturato in ciascuno di noi: la persona nasce per essere libera ma deve anche continuare a lottare per difendere la propria e altrui libertà. Perché libertà vuol dire responsabilità.

Insegniamo ai nostri figli ad avere il coraggio di lottare sempre per la libertà. Solo così potremo coltivare un mondo migliore.

Rinaldo Arnaldi

Rinaldo Arnaldi nasce il 14 giugno 1914 a Dueville. Il padre, Giustino, è segretario comunale ma subisce le divergenze ideologiche verso il regime.

Da giovane, Rinaldo aderisce alla Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Dopo gli studi al collegio vescovile di Thiene, Arnaldi frequenta la facoltà di Scienze Economiche alla Ca' Foscari di Venezia. Si laurea nel 1940. Pochi mesi dopo lo scoppio della guerra, viene considerato idoneo ad andare al fronte e viene arruolato come carrista. 

Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 aderisce alla resistenza. Entrerà nella Brigata Mazzini con il nome di battaglia "Loris". A capo della brigata c'è un altro grande partigiano vicentino: Giacomo Chilesotti. Durante la lotta resistenziale, con l'aiuto della sorella Mary, riesce a portare in salvo numerose famiglie ebree. 

Rinaldo muore nel bosco di Granezza il 7 settembre 1944 per mano delle forze nazifasciste. Per le sue gesta, non solo ha ottenuto la medaglia d'oro al valore militare ma anche il riconoscimento di "Giusto fra le nazioni". Arnaldi ha avuto il coraggio di scegliere e di schierarsi a difesa della libertà di ciascuno di noi.